PATRIZIA MARZOCCHI

LA DAMA BIONDA
Romanzo giallo. L’investigatrice Jolanda Marchegiani indaga su una serie di
omicidi a Bologna
TRAMA
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Una fredda sera d’inverno a Bologna, tre spari, un urlo, una donna bionda
che fugge nella nebbia, un cadavere abbandonato nell’auto.
Il caso sembra semplice: una prostituta ha ucciso il suo cliente.
Man mano che al primo omicidio ne seguono altri, la Dama bionda diventa
una serial killer che colpisce uomini benestanti per oscuri motivi.
Anche questa narrazione viene però messa in discussione dalle indagini
ufficiali del commissario Tommaso Pedroni e da quelle parallele
dell’investigatrice Jolanda Marchegiani.
La convergenza degli sforzi, frutto di una collaborazione come sempre
difficile, porta a scoprire una verità complessa, molto diversa da ciò che
appare.
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ASSAGGI
Ofelia mi balza in braccio mentre sono totalmente concentrata nella lettura
del giornale, aperto sul tavolo della cucina. Ho in una mano una fetta di
ciambella fragrante, nell'altra un'imponente tazza di caffè. La mia gatta
sommerge di peli rossi la tuta casalinga nera che indosso.
Il giornale locale riporta in prima pagina una notizia di cronaca: l'autore
dell'articolo ha assistito in prima persona a un omicidio.
Stava camminando da solo alle venti circa, lungo una strada del quartiere
Pilastro, quando la sua attenzione è stata colpita da un'auto rossa che
stazionava solitaria nel buio della sera e da cui proveniva una musica a
basso volume, come una sorta di sottofondo…
Improvvisamente, nel silenzio della notte, è esploso uno sparo, poi altri due,
infine un urlo. Dall'auto è uscita di corsa una donna che è fuggita nel nulla.
Il giornalista la ricorda bene: bionda, alta, magra, vestita di bianco ma con le
calze nere, probabilmente una prostituta…
Giuseppe Pandolfi, questa è la firma dell'articolo, seguirà naturalmente
l'inchiesta presso gli organi inquirenti, ma al momento della stesura ignora
tutto, tranne ciò che ha visto e udito. Pone pertanto in fila le domande cui è
necessario trovare una risposta il più velocemente possibile.
1-Chi è la vittima? Il nome sarà prevedibilmente rivelato in giornata.
2-Perché il proprietario di un'auto di lusso si apparta in macchina con una
prostituta come un qualsiasi ragazzino squattrinato?
3-Chi è la prostituta? L'aspetto fa pensare a una slava.
4-Perché la prostituta ha ucciso il suo cliente?
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Il testimone appare stremato. L’ispettore Luigi Sassi può capirlo: il
commissario sa essere veramente ossessivo.
«Ricapitoliamo» dice Tommaso Pedroni.
Giuseppe Pandolfi, giornalista e testimone dell'omicidio, emette un lungo
gemito. Poi, inopinatamente, sorride:
«Facciamo così, commissario, io le ripeto per la cinquantesima volta i fatti e
lei mi rivela il nome della vittima. Naturalmente ci posso arrivare da solo, con
una breve indagine, ma se me lo dice lei facciamo prima.»
Pedroni gli rivolge un'occhiata che fa sobbalzare Luigi Sassi.
«Potrà partecipare alla conferenza stampa, come qualunque altro giornalista,
al momento opportuno. Ricominci da quando è uscito dal suo condominio!»
Il giornalista lo ricambia con uno sguardo di odio distillato e Luigi Sassi pensa
che forse Pedroni dovrebbe sforzarsi di essere un po' più diplomatico.
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Naturalmente questo pensiero rimarrà ben chiuso nella sua mente. Si
concentra e cerca di riportare in tempo reale il resoconto sul computer.
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Apre la cassaforte, accarezza lievemente il grosso plico di cui conosce ogni
parola a memoria, infila la mano nell’angolo in fondo a destra, ne estrae la
Glock, richiude il portello.
Si siede, osserva la pistola: ha dieci colpi nel caricatore. Basteranno, anzi ne
rimarrà uno, di cui non è ancora definita la destinazione.
In quanto agli altri invece è tutto chiarissimo.
La voce che chiama all’azione è stata titubante, ma adesso è diventata
sicura, persino imperiosa. Il primo passo è stato fatto ed è stato semplice,
perché il segnale non lasciava adito a dubbio alcuno. Ora la strada è
illuminata.
Non bisogna più esitare, ma nemmeno affrettarsi, agirà come un’ombra
determinata ma paziente.

