PATRIZIA MARZOCCHI
LA STAFFETTA DELLE VALLI
Romanzo storico per ragazzi ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. La protagonista, Rosa, vede il mondo dei suoi affetti sconvolto dalla guerra civile e fa la sua scelta, diventa una staffetta partigiana nelle valli di Ravenna.
TRAMA
La narrazione inizia il 2 giugno 1946, il giorno del referendum monarchia- repubblica, la prima occasione in cui le donne possono votare.
Rosa racconta la sua storia.
È una ragazzina durante la seconda guerra mondiale e vive in una casa contadina nelle valli di Ravenna. Fin da piccola ha avuto un rapporto molto forte con il padre pescatore, ha imparato a muoversi nei canali come una vera esperta e questo le sarà estremamente utile durante la lotta partigiana.
La sua infanzia è stata caratterizzata anche da una intensa amicizia con altri ragazzi che vivono nelle vicinanze con i quali ha condiviso una vera e propria lotta tra bande. Il loro gruppo è noto come I sei delle trecase. Sono molto uniti nonostante le differenze sociali.
Rosa ha un legame particolare con Ernesto, che è riuscito a inserirsi nelle uscite in barca con lei e il padre.
La barca continuerà per loro a essere un luogo di incontro anche quando la vita li dividerà.
Arrivano i tedeschi nella loro terra e il gruppo di amici si ritrova diviso, Ernesto oramai frequenta i nemici.
Eventi drammatici mettono in comunicazione Rosa con i partigiani e lei scopre un modo per rendersi utile (contro il parere della madre): sarà la staffetta delle valli. La sua esperienza di pesca l'ha resa esperta conoscitrice di ogni angolo dei canali e le permette di fare la spola tra la terraferma e l'Isola degli Spinaroni, dove ha sede il comando dei partigiani di Bulow, portando persone, messaggi, viveri.
Diventa la partigiana Giò. Lei ha scelto come nome di battaglia quello della sua eroina del romanzo Piccole donne, Jo, che però viene modificato dalla pronuncia locale.
Prima che gli eventi arrivino a una conclusione, Rosa dovrà ancora fare i conti con lutti, tradimenti e un colpo di scena inaspettato.
Nel frattempo, a Napoli nasce un cane, un labrador nero. La sua vita si prospetta molto confortevole e fortunata, perché inizia nella bella villa di una ricca famiglia, assieme alla mamma e ai fratellini.
Le cose però cambiano drammaticamente quando una bomba distrugge la sua casa e il cane, che non ha avuto il tempo di ricevere un nome, si ritrova a vagare da solo, ancora cucciolo, nel corso della battaglia tra gli abitanti di Napoli e i tedeschi.
La svolta avviene quando incontra un soldato inglese, chiamato Lord dal suo amico scozzese, che si affeziona al cucciolo perché assomiglia a quello di sua moglie.
Il cane vive alcuni mesi felici al comando alleato di stanza a Napoli. Non ha ancora un nome, ma ha un padrone, il cui odore riconosce tra tutti.
Lord però deve lasciare Napoli per raggiungere il fronte a Cassino. Si preoccupa del futuro del cane, mettendolo in buone mani, ma lui ha un solo obiettivo: il suo padrone.
Lo segue, nonostante il terrore per le bombe, lungo tutta la penisola, perdendo a volte la strada e poi ritrovandola.
Il suo viaggio si concluderà nelle Valli, la terra di Rosa.
RECENSIONI
La staffetta delle valli, di Patrizia Marzocchi (edito da Raffaello, nella collana di narrativa per ragazzi «Il mulino a vento») è un libro bellissimo, ben strutturato, ben scritto, chiarissimo nell’intento e nel messaggio ai giovani, che per la carica d’entusiasmo può essere letto anche dai più grandi, che magari hanno voglia di ricordare perché noi italiani abbiamo scelto di essere antifascisti sempre e comunque.
Un romanzo storico e allo stesso tempo un libro di formazione che si legge velocemente e ha il sapore dell'avventura, pur raccontando il dramma della guerra.
Quella raccontata è una storia di Resistenza. Ma non è la "solita" storia sulla Resistenza italiana. È la Resistenza "vissuta" da un gruppo di ragazzi e "vista" con i loro occhi.
Recensioni libri e tv di Enrico Cardillo
ASSAGGI
Estraggo l’album delle fotografie. Vado a cercare a metà, dove c’è quella che non potrei dimenticare, anche se volessi. Una strada di campagna, sei bambini colti alle spalle dal fotografo, mentre procedono allineati, con le cartelle dei libri in mano. Io sono la più piccola, avevo sei anni, era il mio primo giorno di scuola. E’ come quando si rilegge un libro che ci ha commosso, si piange sempre allo stesso punto.
La cosa più bella della mia infanzia sono stati gli amici. La cosa più terrificante della mia infanzia è stato avere mia madre come maestra.
Mamma mi diceva sempre:
-Non affezionarti troppo ai Nobili fratelli, Rosa. Adesso va tutto bene, siete ragazzini, ma quando sarete cresciuti loro si renderanno conto che voi siete solo figli di contadini e vi snobberanno. Risparmiati questo dolore.
Le lacrime mi scesero e si confusero con la pioggia. E così dissi le parole che credo mi bruceranno per sempre nella memoria.
-Lui è una spia!- urlai nella notte.
Avevo la morte nel cuore.