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LA LINEA ROSSA DELLA MAGIA

 

Vincitore dell'ottava edizione del premio Giovanna Righini Ricci

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Romanzo per ragazzi: mistero, storia. Rebecca, inseguendo la soluzione di un enigma, scopre una sconvolgente verità che ha le sue radici nel Seicento, tra streghe, indiani e pirati.

TRAMA

Rebecca si rifugia nel futuro e nel passato per sfuggire un presente che non riesce ad accettare. Mentre elabora sogni di fuga a New York, si imbatte in una storia del Seicento con la quale avverte un'istintiva empatia. Una sua omonima è stata bruciata sul rogo. Strani oggetti indiani e un'oscura profezia sono indizi di un mistero che movimenta e cambia la sua vita, anche se in un modo diverso da quello sperato...

 

IL LIBRO E LA SUA STORIA

Questa storia si snoda in un intreccio tra presente e passato. Una ragazza dei giorni nostri incappa in un mistero che si incrocia con la vita di una giovane donna accusata di stregoneria nel Seicento. E indaga.

Il percorso di questo romanzo è stato accidentato. L'ho inviato a diversi editori che lo hanno rispedito alla mittente, giudicandolo troppo complesso per la fascia di età cui era rivolto. Poi è successo l'imprevedibile: ha vinto il Premio Giovanna Righini Ricci ed è stato conseguentemente pubblicato dalla Casa Editrice Piccoli

MOTIVAZIONI DEL PREMIO GIOVANNA RIGHINI RICCI

Come in un giallo incalzante, il romanzo di Patrizia Marzocchi racconta di Rebecca, la protagonista, alle prese con la ricostruzione delle origini della sua famiglia attraverso una vera e propria ricerca storica, fatta di allusioni, silenzi, misteri, a sua volta rivelati dal libro di un suo straordinario avo.

Il romanzo, si legge nella motivazione della Giuria «con piacere e con intensa partecipazione emotiva, grazie a un linguaggio di grande facilità comunicativa: semplicità lessicale, frasi per lo più brevi, spazio ai dialoghi fra i personaggi, descrizioni ambientali ridotte al necessario».

 

ASSAGGI

   

-Noi conduciamo una vita banale- disse Rebecca dando un calcio a un cumulo di neve grigia ammonticchiato sul bordo del sentiero.

Gianluigi non rispose subito. Era intento in una delle sue riflessioni, di quelle che in realtà nessuno sapeva cosa fossero, ma che occupavano gran parte del suo tempo, almeno a giudicare dai lunghi silenzi in cui si immergeva e dai quali usciva sempre con una certa difficoltà.

-Hai capito cosa ho detto?- insistette Rebecca. -Qui non succede nulla e mai succederà. L'unica speranza che abbiamo per avere una vita eccitante è andarcene.

-Dove dovremmo andare?- chiese Gianluigi posando su di lei i suoi pensosi occhi grigioverdi.

-Non lo so, in una città, immagino. Una grande città tipo New York. Lì succedono le cose, non certo in questo paese annegato nelle montagne.

 

Rebecca si sentiva in colpa perché era l'unica a non guadagnare nulla e in più era stata lei a portare a casa Romeo, due anni prima. Lo aveva trovato, minuscolo e abbandonato, in mezzo alla neve. Nonostante fosse microscopico, aveva un miagolio potentissimo e i suoi occhi azzurri erano l'unica cosa che si vedeva, perché il pelo era dello stesso colore della neve fresca, appena caduta.

All'inizio si trattava di un gattino che succhiava un po' di latte, ma ora era un bestione molto esigente e costoso. Nessuno glielo chiedeva, ma lei sapeva che avrebbe dovuto darlo via.

 

Rebecca odiava suo padre. Lo odiava perché li aveva abbandonati e lo odiava perché ogni notte disturbava i suoi sogni.

 

D   Imputata: qual è il vostro nome?

R    Rebecca Pardolin.

D    Siete a conoscenza delle accuse che vi vengono mosse?

R    Sì, eccellenza, ma io sono innocente

D    Dove avete appreso l'arte della magia?

R    L'ho studiata, eccellenza

D  La Revedin sostiene che avete usato la magia. Vi ha visto di notte cavalcare una scopa per recarvi a un appuntamento col demonio.

 

-Ok, fate attenzione: "Quando il due si ripeterà due volte due accompagnato da due nulla, sarà giunta l'ora per la bambina che ha il nome del destino, di seguire il fiuto del cane che ha due anime, una delle quali malvagia, per sollevare il suo mondo dalla sciagura. Dovrà studiare carte di antica costituzione che troverà nella casa di fronte al tempio delle immagini che corrono, giù nelle viscere della terra, al centro del cerchio di quercia."

I tre si guardarono smarriti.

-Cosa diavolo significa?- chiese Rebecca.

-Arabo puro, anche se è scritto in italiano- commentò Paolo.

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